CON L’acqua,
col ferro e col fuoco
Ricostruzione di Macchine, Armi e Ordigni progettati da Leonardo Da Vinci , a cura di Luigi Manera e Ugo Wylach.
Leonardo giunge a Milano alla corte degli Sforza all’età di 30 anni tra la fine del 1482 e l’inizio del 1483. È dello stesso periodo la lettera di presentazione nella quale egli elenca, con sicurezza di sé, le proprie abilità nella progettazione di strumenti di guerra, sperando in un incarico come ingegnere di corte ed inventore di macchine. È giunto quindi il tempo, per l’artista nato a Vinci, di mettere a frutto le conoscenze acquisite in Toscana nel decennio 1470-1480, durante il quale ha seguito il proprio indomabile bisogno di osservare il mondo, indagare sui perché della natura, annotare pensieri, abbozzare schizzi e disegni preparatori nei quali ritrae il reale con attenzione al movimento. Ha già accumulato una straordinaria competenza in diversi campi: meccanica, idraulica, balistica, architettura, osservazioni sull’aria e sul volo degli uccelli.
Leonardo per molte macchine da guerra trova ispirazione nell’opera del 1472 De re militari di Roberto Vitruvio, riprendendone alcuni spunti ed apportando modifiche. La ricca produzione vinciana di schizzi per macchine da guerra comprende armi di vario genere (da taglio, da lancio, da fuoco, attrezzature da palombaro), alcune bizzarre e fantasiose, altre che anticipano invenzioni ed automatizzazioni che saranno realizzate in un lontano futuro; alcune sono definite ’crudeli’ dallo stesso Leonardo e ‘potrebbero creare danni anche alle proprie truppe, oltre a quelle nemiche’.
Non abbiamo notizie sulla realizzazione di alcuna macchina da guerra tra quelle progettate: è risaputo che il genio vinciano tendeva all’immaginazione, alla progettazione, raramente alla realizzazione o alla conclusione di opere intraprese.
Dopo il periodo milanese Leonardo entra a servizio di Cesare Borgia in Romagna (1502-1503): qui la sua produzione si concentra sull’aspetto architettonico ed ingegneristico. La rinnovata potenza delle artiglierie richiede l’adattamento e la modernizzazione delle fortificazioni e dei sistemi difensivi, opera alla quale Leonardo si dedica mettendo a frutto le conoscenze di fisica e balistica. Ancora, come già è avvenuto per la pittura, la definizione di ciò che è statico (in questo caso la fortificazione) si affianca allo studio sul movimento (in questo caso tutte le possibili direzioni di proiettili ed il loro effetto).
Nella vastità dell’orizzonte degli interessi di quest’artista eclettico e geniale che precorre i tempi, che ruolo hanno le macchine da guerra? Come giustificare che la scienza sia posta al servizio della guerra e della morte? Leonardo è figlio del suo tempo, in una penisola italiana dilaniata da conflitti di interessi e guerre condotte senza scrupoli. Egli stesso, parlando delle fortificazioni, le considera necessarie “… per mantenere il dono principale di natura, cioè libertà”.